I ricordi vogliono riaffiorare in un tempo stabilito da essi stessi, a noi è lasciato solo il compito di raccoglierli e dare loro nuova dimora.

martedì 27 dicembre 2016

domenica 15 febbraio 2015

Parole





Mi interrogo spesso sul senso delle parole e del loro vivere nelle menti attraverso il tempo. Le mie “speculazioni” si riducono a molti perché seguiti da frammenti di argomentazione , a risposte ipotetiche.

Certo trovo confortante pensare che le parole rimangano. Rimangono conservate nelle pagine scritte così come le mie, quelle delle menti evolute per cultura e spirito speculativo tendenti a comprendere i fenomeni della realtà. Restano per aiutarci a capire, a riflettere e, in qualche modo, a metterci sulla strada dell’autocritica per la comprensione di sé e del mondo con i fatti che in esso avvengono o sono avvenuti.

Riporto qui un brano de “La vita della mente” di Hannah Arendt (trad. di Giorgio Zanetti, Il Mulino 1987) che mi ha aperto una visuale sulla vita della mente che si esprime attraverso il linguaggio.





“Nessun linguaggio possiede un vocabolario già pronto per i bisogni dell’attività della mente: essi traggono il loro lessico da parole che in origine  corrispondevano sia ad esperienze sensibili sia ad altre esperienze della vita ordinaria.[…] Al pensiero senza immagini, astratto, la metafora fornisce un’intuizione tratta dal mondo delle apparenze che è la pre-condizione delle attività spirituali. Ciò riesce relativamente agevole finché il pensiero si limita a rispondere alle esigenze del nostro bisogno di conoscere e capire ciò che si dà nel mondo che appare, finché, insomma, si resta entro i confini del ragionamento di senso comune: ciò di cui abbiamo bisogno per il pensare del senso comune sono esempi con cui illustrare i nostri concetti;  e si tratta di esempi adeguati poiché tali concetti sono a loro volta ricavati dalle apparenze, -si tratta di mere astrazioni. In tutt’altro modo stanno le cose se il bisogno della ragione trascende i limiti del mondo dato, e ci sospinge nelle acque avventurose della speculazione […]. A questo punto interviene la metafora. La metafora effettua il metapherein  - “trans-portare” – di un’autentica e in apparenza impossibile metabasis eis allo genos , il passaggio da uno stato esistenziale, quello del pensare, a un altro, quello di apparenza tra le apparenze. Tutti i termini filosofici sono metafore, analogie, per così dire, congelate, il cui significato autentico si dischiude quando la parola sia riportata al contesto d’origine, certo presente in modo vivido e intenso alla mente del primo filosofo che la impiegò. Allorché Platone introdusse nel linguaggio filosofico le parole di tutti i giorni “anima” e “idea” – connettendo un organo invisibile dell’uomo,  l’anima, con qualcosa d’invisibile presente nel mondo dell’invisibile, le idee –doveva tuttavia sentir risuonare in quelle parole il loro uso nel linguaggio pre-filosofico, ordinario. Psyche è il “soffio vitale” esalato dal morente, e idea, o eidos, è la sagoma o il modellino che l’artigiano deve avere davanti agli occhi della mente prima di iniziare la sua opera.”

domenica 21 dicembre 2014

Buon Natale

da Francesca


 
Auguro con affetto Buon Natale e come dono posto due componimenti di Ada Negri




Cade  la neve

Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.

Danza la falda bianca
nell'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.

In mille immote forme
sui tetti e sui camini
sui cippi e sui giardini,
dorme.

Tutto d'intorno è pace,
chiuso in un oblìo profondo,
indifferente il mondo
tace.


Tempo

Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra - e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.

lunedì 9 dicembre 2013

*Buon Natale 2013*
da Francesca


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Tratto da La fatica per immagini 



“Da questa fresca valle di memoria, svapora verde melodia, e la fiamma del papavero divampa, oscilla alla brezza con l'azzurro del fiordaliso, aperto fra l'onda d'oro-antico della spiga e il celeste stupore del myosotis, briciole di cielo sparse qua e là in timidezza di viola e castità di margherita.


E ancora, dal grande cespo sfoglia profilo d'immagine e parola in simbiosi di riverberi-richiami e, piano, sgomitola fiaba di filò vissuti nel queto tepore della stalla.


A primavera, frullano rondò di voli, trasparenze di libellule, nidi, grè-grè di raganelle, radiosità d'intese, ventagli di sole su prati accesi di brivida carezza, e sul pesco in fiore, palpitante tutto di gioia rosa, all'angolo della casa.


La civiltà dei Padri, custodi attenti di valori eterni e di valente esercizio d'arte, è ricco, prezioso dono; ma si fa strazio, spiritual struggente: riflessione, meditazione! il passo della terra, sofferta e amata, che dalle crepe dei mattoni - battuti a mano ad uno ad uno - schiude fatica cruda, afrosa, disumana, insieme alla miseria dalla bocca enorme che dissacra e sfinisce ogni speranza.


E sempre fra le righe vanno pensieri e accenti per l'Uomo, per il suo Creatore e il francescano amore per ogni creatura; e infine brillano, nel coro, preziosità d'immagini stupende, e sciami… sciami di riflessi d'acque dolci-amare - acqua che ride, acqua che impaura e ristora - acqua maliosa, stregata che rincorre l'aurora per arrivar prima a baciare il sole, e che in segreto amore scorre e sfila musicale dolenza dolce di nostalgia sottile: sospiro lungo in vena d'emigrato.”
  

Paola Giovanna  Manzolli Modonesi
(Prefazione a La fatica per immagini di Dino Felisati della scrittrice e poetessa Paola Giovanna  Manzolli Modonesi di Rovigo.)

giovedì 27 dicembre 2012

venerdì 2 novembre 2012

Wislawa Szymborska-La stazione




Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
E' scesa molta gente.

L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

E' avvenuto perfino
l'incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.

poesia di Wislawa Szymborska